In pochi sanno che Filippo Brunelleschi, poliedrico artista fiorentino ormai noto come uno dei più grandi nomi della storia dell’arte italiana, ha iniziato la sua formazione partecipando, insieme a numerose altre maestranze, alla realizzazione di due figure che sarebbero andate a far parte dell’allora in costruzione Altare Argenteo della Cattedrale di Pistoia.
Questa eccezionale opera di oreficeria, unica nel suo genere per bellezza e finezza d’esecuzione, fu commissionata al fine di custodire e proteggere la preziosa reliquia di San Jacopo, giunta a Pistoia agli inizi del 1100 e dotata di enorme valore religioso e storico.
Questa reliquia infatti, fin dal suo arrivo in città, sancì l’inizio del culto Jacopeo pistoiese e rese Pistoia “sorella” naturale di Compostela, cittadina spagnola dalla quale la reliquia stessa proviene.
Il giovane Brunelleschi, dunque, contribuisce con mani esperte al decoro di questo splendido altare in lamina d’argento, raffigurando con estrema maestria le figure di due profeti: Isaia e Geremia.
La precisione dei dettagli, la volumetria dei corpi e delle vesti, la profondità espressiva dei personaggi rendono queste due figure opera di Brunelleschi un esempio di rinascimento dei primi albori e regalano a noi osservatori moderni uno stupore degno delle grandi opere rimaste per lungo tempo sconosciute.
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